martedì 1 dicembre 2009

Il cantuccio caldo dell'universo


Ecco fatto, ora che mi sono buttata sulla programmazione del linguaggio lato server dovrò necessariamente sospendere a tempo indeterminato la lettura di tutta una serie di racconti che avevo diligentemente impilato sul mio comodino. Sono riuscita giusto a finire rumore bianco di Delillo. Per quanto possa apprezzare il racconto, l'intelligenza narrativa e la capacità di cogliere delle profonde verità da gesti quotidiani ed apparentemente banali devo dire di essermi sentita divorata silenziosamente dalle tarme.
Non solo perchè svela quanto la vita in sè ti possa uccidere ancora prima della tua morte biologica ma perchè la mia più grande paura viene sezionata in modo veramente spietato. Ho una fottutissima paura della morte, non del momento in cui morirò, ma del concetto "morte". Ne soffro fin dalla tenera età e la sensazione è sempre la stessa, quando ci penso, non mi lascia scampo, mi soffoca, trafigge il mio cuore, mi rende d'un tratto fatta di niente e siccome mi succede di notte, il più delle volte mi sento inghiottire dal mio letto. Sono andata anche da "uno bravo" che mi aveva prescritto lo zoloft dicedo che era l'unico sitema per placare la mia natura ossesivo-compulsiva (se devo dire la mia, io non sento di essere così schizzata, ma valli a capire questi...).
Nel romanzo il protagonista e sua moglie soffrono della mia stessa fobia, la descrizione delle loro sensazioni e dei loro ragionamenti in merito sono talmente identici ai miei da (e confesso) aver pensato in certi momenti che quel libro fosse frutto della mia immaginazione e che quello che c'era scritto fosse in realtà una mia proiezione. Fatto stà che questi due iniziano a rovinare la loro esistenza tentando di placare questo mostro che li consuma e addirittura sbuca fuori anche una presunta cura farmacologica in grado di annientarlo.
Quello di cui sono convinta è che non sono certamente sola e che molti secondo me non lo ammettono neanche a se stessi, è una fobia che è figlia della società moderna, il nostro pensiero si è affinato, la nostra vanità è stata nutrita di ogni ben di Dio e certamente tutti nel profondo ci sentamo un pò il cantuccio caldo dell'universo.

Canzone del giorno: HERE Apart

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